Trattamento della tubercolosi cerebrale: farmaci e antibiotici
Le attuali linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandano il trattamento con quattro antibiotici:
- isoniazide 10-15 mg/kg/die.
- rifampicina 10-20 mg/kg/giorno
- pirazinamide 30-40 mg/kg/giorno
- etambutolo 15-25 mg/kg/giorno
Tutti vengono assunti in combinazione per 2 mesi, seguiti da un regime di altri due farmaci, isoniazide e rifampicina, che viene somministrato per 10 mesi.
La durata totale del trattamento è quindi di 12 mesi.
La funzionalità epatica deve essere monitorata durante questo periodo, soprattutto all'inizio del trattamento.
Nei Paesi in via di sviluppo, la mancanza di antibiotici efficaci può rappresentare un problema, ma anche nei Paesi moderni il trattamento efficace della meningite tubercolare è compromesso.
La resistenza dei micobatteri ad alcuni farmaci è un problema, chiamato anche resistenza multifarmaco (MDR).
Quando si sospetta una resistenza multifarmaco (MDR), il farmaco di scelta è il chinolone e la cicloserina o il terizadone.
È necessario fare un grande sforzo per ottenere un campione di batteri direttamente dal liquor per testare la suscettibilità del patogeno all'antibiotico in questione.
I corticosteroidi sono particolarmente indicati per il trattamento dei bambini affetti da meningite tubercolare a causa dei marcati sintomi da aumento della pressione intracranica, che i glucocorticoidi riducono.
Vengono somministrati a una dose giornaliera di 2 mg/kg. Ad esempio, il prednisone (massimo 60 mg/die) viene utilizzato per il primo mese di trattamento e la dose viene poi gradualmente ridotta.
I corticosteroidi, tra l'altro, migliorano l'integrità della barriera emato-encefalica, danneggiata dall'infiammazione e dalla penetrazione dei batteri.
L'idrocefalo è una complicanza relativamente comune della meningite tubercolare. L'idrocefalo viene trattato chirurgicamente. L'intervento chirurgico è appropriato nei pazienti con idrocefalo non comunicante che sono in immediato pericolo di vita a causa dell'ernia cerebellare (protrusione del cervelletto attraverso l'apertura cerebellare inferiore).
Anche con un adeguato trattamento antitubercolare, ripetute scansioni TC e RM possono spesso mostrare progressive alterazioni infiammatorie del cervello, con probabile formazione di nuovi granulomi e infarti, probabilmente immuno-mediati.
La talidomide è anche efficace nel prevenire la cecità dovuta all'aracnoidite optochimica progressiva, una complicanza della meningite tubercolare.